Giustizia, Anm: bene riforma sulla magistratura onoraria

ROMA, 11 aprile –

“Salutiamo con favore la legge di riforma della magistratura onoraria da pochi giorni approvata in Parlamento che, dopo tanti anni, inizia a restituire dignità ai tanti giudici e vice procuratori onorari che, senza tutele sociali, hanno sempre fornito il proprio encomiabile contributo all’amministrazione della giustizia con dignità e onore. Ci auguriamo che questo sia solo un primo passo per dare efficienza al sistema giudiziario nel suo complesso”.

Così la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati.


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Equi compensi fermi da 15 anni: il Pd interroga il Ministero della Giustizia

Un’interrogazione parlamentare per chiedere conto del blocco dell’Osservatorio sull’equo compenso. A presentarla, lunedì 7 aprile 2025 alla Camera, è stato il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto, che si rivolge direttamente al Ministro della Giustizia per sapere “quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per addivenire ad aggiornare gli equi compensi dei professionisti fermi da 12-15 anni”.

Secondo quanto riportato nell’atto ispettivo, l’Osservatorio per il monitoraggio della disciplina sulla giusta remunerazione degli autonomi – istituito presso il Ministero della Giustizia – sarebbe «in stallo»: l’ultima convocazione risale a quasi quattro mesi fa e nel corso del 2024 si sarebbe riunito soltanto 4 o 5 volte, senza produrre alcun risultato concreto.

Una situazione paradossale, evidenzia Scotto, considerando che i parametri ministeriali per la determinazione dei compensi dei professionisti non vengono aggiornati da oltre un decennio: “In questo contesto – si legge nel testo dell’interrogazione – la legge sull’equo compenso, entrata in vigore a maggio 2023, rischia di restare una sorta di scatola vuota”.

Il parlamentare chiede dunque agli uffici di via Arenula di intervenire con urgenza per dare piena attuazione a una norma pensata per tutelare i lavoratori autonomi, troppo spesso penalizzati da compensi inadeguati e non proporzionati alla prestazione resa.


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Il Tar Lazio promuove la nuova mediazione: “Le spese non violano il diritto alla giustizia”

Le nuove spese previste per il primo incontro di mediazione obbligatoria non violano il diritto costituzionale di accesso alla giustizia. A stabilirlo è il Tar del Lazio, che con la sentenza n. 5489 del 17 marzo 2024 ha respinto il ricorso presentato dal Codacons contro il decreto del Ministero della Giustizia n. 150 del 24 ottobre 2023.

L’associazione contestava l’aumento dei costi che le parti devono sostenere sin dalla fase iniziale del procedimento di mediazione, ritenendolo eccessivo e discriminatorio soprattutto per i meno abbienti. Nel ricorso, il Codacons denunciava tre principali criticità: la soppressione del consenso per avviare la mediazione, la trasformazione del primo incontro gratuito in un passaggio oneroso, e una disciplina più rigida del gratuito patrocinio.

Ma secondo i giudici amministrativi del Lazio, le nuove disposizioni sono legittime e in linea con lo spirito della riforma Cartabia. Il Tribunale ha ritenuto che le norme siano ispirate a un rafforzamento dell’istituto della mediazione e della professionalità dei mediatori, elementi ritenuti essenziali per migliorare il funzionamento della giustizia civile.

Nella motivazione, il Tar evidenzia come la precedente disciplina della mediazione si fosse rivelata inefficace, riducendosi a un passaggio puramente formale, gratuito e spesso privo di reale confronto tra le parti. Al contrario, la nuova normativa punta a rendere la mediazione uno strumento concreto di risoluzione delle controversie.

A sostegno di questa tesi, i giudici citano diversi elementi introdotti dalla riforma:

  • il primo incontro come momento sostanziale e non più solo informativo;
  • l’obbligo per gli organismi di mettere a disposizione mediatori qualificati per almeno due ore;
  • l’ampliamento delle materie soggette a mediazione;
  • l’investimento pubblico attraverso i crediti d’imposta;
  • la possibilità per i meno abbienti di accedere al gratuito patrocinio;
  • la proporzionalità delle spese al valore della causa;
  • la possibilità di uscire dalla mediazione senza ulteriori costi qualora il primo incontro si concluda senza accordo.

“La previsione delle spese per il primo incontro, anche in caso di mancato accordo – si legge nella sentenza – non ostacola l’accesso alla giustizia, ma rafforza l’efficacia della mediazione, trasformandola in un momento dialettico concreto, utile e potenzialmente risolutivo”.

Il verdetto chiude, almeno sul piano giuridico, una controversia che ha animato il dibattito tra addetti ai lavori. Tuttavia, all’interno dell’avvocatura persistono dubbi sull’utilità concreta della mediazione così come concepita, tra chi la considera una valida alternativa al processo e chi teme si traduca in un ulteriore onere per i cittadini.


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Giustizia, a Cagliari il convegno dei Giovani Avvocati dedicato alla separazione delle carriere

L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) organizza a Cagliari il Consiglio Direttivo Nazionale, in programma venerdì 11 e sabato 12 aprile 2025. L’evento, che si terrà presso il Caesar’s Hotel, sarà un momento di confronto e discussione dedicato alla separazione delle carriere, dal titolo: “Separare per unire. Tra giusto processo, autonomia e indipendenza della magistratura”. Prevista la partecipazione di 300 avvocati da tutta Italia.

La giornata di venerdì 11 aprile si aprirà alle ore 15:30 con i saluti istituzionali, seguiti da una tavola rotonda alla quale gli onorevoli Pietro Pittalis, Jacopo Morrone, Valentina D’Orso e Francesca Ghirra. Sabato 12 aprile, i lavori del Consiglio Direttivo Nazionale continueranno presso la stessa sede.

Carlo Foglieni, presidente AIGA, afferma: “Per i Giovani Avvocati, il CDN di Cagliari rappresenta un’occasione fondamentale per promuovere un dibattito costruttivo sull’importanza della separazione dei poteri. L’obiettivo, secondo AIGA, deve essere quello di garantire la pienezza del contraddittorio e l’equidistanza tra accusa e difesa, nonché la concreta terzietà del giudice. Principi che costituiscono la vera essenza della giurisdizione”.

Mauro Trogu, presidente sezione AIGA di Cagliari, afferma: “Per la nostra sezione è un grande onore e un vero piacere ospitare questo importante evento nella città di Cagliari. Sarà l’occasione sia per assistere ad un confronto di alto livello su un tema di grande attualità e di estremo rilievo per l’assetto costituzionale del Paese, sia per far scoprire le bellezze del capoluogo sardo ai tanti colleghi che visiteranno la città nel fine settimana. Ci attendiamo una grande partecipazione”.


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Corte dei Conti, Del Mastro: “Freno alla burocrazia difensiva, funzione consultiva volano per l’Italia”

“Con l’approvazione in prima lettura alla Camera, prende avvio la riforma tanto attesa quanto necessaria della Corte dei Conti. È il primo passo concreto per superare la burocrazia difensiva che per anni ha bloccato l’azione amministrativa e scoraggiato gli amministratori onesti.
La vera svolta è il rafforzamento della funzione consultiva: da zavorra a volano dello Stato. La Corte non solo controlla, ma sollecita, guida, supporta le amministrazioni ad agire con tempestività e senza timori.
Stop alla ‘paura della firma’, sì a controlli preventivi che tutelano chi agisce correttamente. Con questa riforma, diamo fiducia agli amministratori onesti che ogni giorno lavorano per il bene della Nazione.”
Lo dichiara in una nota Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario alla Giustizia.

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Ufficio per il processo, al via la stabilizzazione di 3.000 addetti: assunzioni dal 2026

Arriva la stabilizzazione per tremila addetti all’Ufficio per il processo (Upp), le figure professionali nate per supportare il lavoro di giudici e tribunali e rafforzate negli ultimi anni grazie ai fondi del PNRR. A sancirlo è un emendamento del governo al decreto PA (atto Camera 2308), che dà attuazione a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2025 (legge 207/2024).

L’intervento normativo porta a compimento il percorso di inserimento strutturale di una parte del personale Upp nel ministero della Giustizia, attraverso un ampliamento delle piante organiche: 2.600 nuove unità nell’area dei funzionari e 400 nell’area degli assistenti. Una modifica fondamentale che consente finalmente il passaggio alla stabilizzazione definitiva.

Importante anche l’alleggerimento dei requisiti: se la norma originaria prevedeva almeno 24 mesi di servizio, ora ne basteranno 15. Secondo il testo dell’emendamento, le assunzioni avranno decorrenza dal 1° luglio 2026, a condizione che i candidati siano utilmente collocati nelle graduatorie di merito a seguito di una selezione comparativa e abbiano maturato i 15 mesi di servizio continuativo entro il 30 giugno 2026, risultando ancora in servizio alla stessa data.

La misura, accolta positivamente da gran parte degli operatori del settore, non soddisfa però i sindacati. Per la Fp Cgil, si tratta di un passo avanti, ma ancora troppo limitato: “Invece di prevedere nuove prove selettive per chi ha già superato un concorso, sarebbe stato più logico e giusto aumentare i numeri di stabilizzazioni rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio”, afferma il sindacato, che segnala anche il divario tra il personale previsto e quello effettivamente in servizio.

Ad oggi, infatti, mancherebbero oltre 15.000 unità rispetto alle dotazioni organiche, con una previsione di altre 5.000 uscite nei prossimi tre anni. Un’emergenza strutturale che, secondo la Fp Cgil, rende necessario un piano di assunzioni più ambizioso e stabile, per garantire il buon funzionamento della macchina della giustizia.


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La carta d’identità elettronica dei minori dovrà riportare la dicitura “genitore” e non più “padre” e “madre”. Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza (n. 9216/2025), la Corte di Cassazione ha messo la parola fine a un dibattito che durava da anni, bocciando il decreto del Ministero dell’Interno del 31 gennaio 2019, voluto all’epoca dal governo Conte I, che aveva reintrodotto la distinzione di genere nei documenti dei minori.

Per i giudici supremi, quella scelta era irragionevole e discriminatoria, perché non teneva conto delle famiglie composte da genitori dello stesso sesso. In particolare, il caso esaminato riguardava una bambina figlia di due madri – una biologica, l’altra adottiva tramite stepchild adoption – che aveva diritto a un documento che rispecchiasse la sua reale condizione familiare, anche in vista dei viaggi all’estero.

“Il modello predisposto dal Viminale non rappresenta tutte le legittime conformazioni dei nuclei familiari”, si legge nella motivazione della sentenza. E ciò comporta una discriminazione inaccettabile: la carta d’identità elettronica, infatti, consentiva di indicare in modo corretto solo una delle due madri, costringendo l’altra ad apparire come “padre”, una classificazione non conforme alla sua identità di genere.

Già il Tribunale di Roma, prima, e la Corte d’Appello poi, avevano accolto il ricorso presentato dalla coppia di madri. Ora la Cassazione conferma: non è più tollerabile che un documento pubblico rappresenti in modo parziale e discriminatorio la realtà familiare dei minori.

La decisione segna un passaggio importante anche sul piano simbolico: una svolta verso il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali e dei diritti dei bambini che ne fanno parte. Un principio, quello dell’uguaglianza, che la Carta d’identità – oggi più che mai – deve essere in grado di garantire.


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Terzo mandato, la Consulta boccia la legge della Campania

La Consulta dice no al terzo mandato per i presidenti delle Regioni ordinarie. Nella giornata di ieri, la Corte costituzionale ha accolto il ricorso del governo contro la legge della Regione Campania che avrebbe consentito al governatore uscente, Vincenzo De Luca, già in carica per due mandati consecutivi, di presentarsi di nuovo alle elezioni.

Secondo quanto stabilito dalla Corte, la norma approvata a Napoli viola i principi fondamentali stabiliti dalla legge statale n. 165 del 2004 e contrasta con l’articolo 122 della Costituzione, che impone alle Regioni di rispettare i criteri di ineleggibilità fissati a livello nazionale.

La legge campana, nel dettaglio, aveva introdotto una formula che rendeva di fatto “non conteggiabili” i due mandati già svolti da De Luca, facendo partire il computo da quello in corso al momento dell’entrata in vigore della legge. Un escamotage che la Consulta ha giudicato lesivo del principio del fisiologico ricambio democratico.

“Il limite al terzo mandato rappresenta un argine al prolungarsi dell’esercizio del potere da parte della stessa persona”, ha sottolineato l’Avvocatura dello Stato. E per la Corte, tale principio si applica a tutte le Regioni ordinarie che abbiano adottato una legge elettorale, escludendo quindi le Regioni a Statuto speciale, come il Friuli-Venezia Giulia, che godono di autonomia normativa su questo fronte.

La reazione di De Luca non si è fatta attendere. “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti”, ha dichiarato sarcastico il governatore, lasciando intendere che la sua battaglia politica non si fermerà qui. Si vocifera infatti che potrebbe sostenere un candidato di fiducia, magari con una lista civica a suo nome: “A testa alta”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Luca Zaia, presidente del Veneto, anch’egli interessato dalla questione del terzo mandato. Pur riconoscendo la natura “tecnica” della decisione, ha sollevato un dubbio politico: “Cosa succede nelle Regioni che non hanno ancora adottato una legge elettorale?”, chiedendosi se la sentenza possa davvero dirsi pienamente generalizzabile.

Nel frattempo, la scritta “la legge è uguale per tutti” – secondo De Luca – andrà ritinteggiata in molti tribunali. Ma la Consulta, con questa sentenza, ha tracciato una linea netta: il potere ha bisogno di alternanza. Anche nei feudi regionali.


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Distretto di Trieste – Fermo dei sistemi civile per attività di manutenzione straordinaria

Si comunica che, per attività di manutenzione straordinaria, si procederà all’interruzione dei servizi SICID, SIECIC e SIGP del civile su tutti gli uffici del distretto di Corte di Appello di Trieste

dalle ore 15:00  alle ore 20:00 del giorno 11/04/2025.

Durante l’esecuzione delle attività di manutenzione, rimarranno attivi i servizi di posta elettronica certificata e saranno, quindi, disponibili le funzionalità relative al deposito telematico del settore civile da parte degli avvocati, dei professionisti e degli altri soggetti abilitati esterni anche se i messaggi relativi agli esiti dei controlli automatici potrebbero pervenire solo al riavvio definitivo di tutti i sistemi.

Non sarà invece possibile consultare in linea i fascicoli degli uffici del distretto coinvolto dal fermo dei sistemi e procedere alla pubblicazione di una nuova inserzione sul Portale delle Vendite Pubbliche per le vendite di tipologia giudiziaria.

Le modifiche potrebbero interessare l’intero territorio nazionale coinvolgendo anche i sistemi di consultazione del civile.

Ricordiamo che sarà possibile depositare telematicamente con Service1 seguendo l’apposita guida disponibile al seguente LINK GUIDE


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Bruxelles lancia il “Continente dell’IA”: un piano d’azione per la leadership europea nell’intelligenza artificiale

Con un ambizioso piano d’azione presentato oggi, la Commissione europea punta a trasformare l’Europa in un leader globale nell’intelligenza artificiale. Come annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen durante il vertice d’azione sull’IA tenutosi a Parigi nel febbraio 2025, l’iniziativa mira a sfruttare le solide basi industriali e il patrimonio scientifico europeo per guidare la prossima rivoluzione tecnologica.

La strategia, battezzata “Piano d’azione per il continente dell’IA”, si articola in cinque pilastri strategici e punta su infrastrutture, accesso ai dati, applicazioni industriali, competenze e semplificazione normativa. Il cuore pulsante del progetto sarà costituito da una rete di fabbriche di IA collegate ai supercomputer più potenti d’Europa: 13 sono già operative, mentre altre saranno costruite nei prossimi mesi.

Ma la vera svolta è rappresentata dalle Gigafabbriche di IA, centri di calcolo all’avanguardia dotati di circa 100.000 chip, quattro volte superiori agli standard attuali, pensati per addestrare modelli complessi di intelligenza artificiale su scala continentale. La Commissione ha pubblicato oggi un invito a manifestare interesse per costituire consorzi, mentre l’iniziativa InvestAI mobiliterà 20 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati per realizzarne almeno cinque.

Per garantire il successo del piano, la Commissione proporrà anche una nuova legge sullo sviluppo del cloud e dell’IA, con l’obiettivo di triplicare la capacità dei data center europei entro sette anni, puntando su sostenibilità e autonomia strategica.

Altro elemento cruciale sarà l’accesso ai dati: nasceranno laboratori di dati per aggregare e curare grandi volumi di dati di alta qualità provenienti da fonti pubbliche e private. Una strategia per l’Unione dei dati sarà lanciata nel 2025 per consolidare un vero mercato unico europeo del dato, al servizio dell’innovazione.

Se oggi solo il 13,5% delle imprese UE ha adottato l’IA, la Commissione intende colmare questo gap con la strategia “Applicare l’IA”, che nei prossimi mesi sosterrà l’introduzione di tecnologie intelligenti nei settori chiave dell’economia, sia pubblici che privati.

Un altro asse fondamentale del piano è il rafforzamento delle competenze e della formazione. Verrà creata un’Accademia europea per le competenze in materia di IA, mentre saranno attivati programmi di borse di studio, percorsi formativi e iniziative di attrazione dei migliori talenti europei e internazionali. Tra questi anche l’azione “MSCA Choose Europe” e percorsi agevolati di migrazione legale per lavoratori altamente qualificati nel settore tech.

La semplificazione normativa è il quinto pilastro: la legge sull’IA, in vigore dal 1° agosto 2024, sarà accompagnata da un Service Desk dedicato alle imprese per aiutarle a comprendere e applicare correttamente la nuova normativa.

A sostegno del piano, la Commissione ha avviato due consultazioni pubbliche (aperte fino al 4 giugno 2025) su cloud e applicazione dell’IA, e ne lancerà una terza a maggio sulla strategia dei dati. Sono inoltre previsti dialoghi con imprese e pubbliche amministrazioni per orientare l’attuazione concreta del piano nei settori produttivi.

Il nuovo piano si inserisce in un quadro più ampio di iniziative: dal pacchetto di misure per le PMI europee all’intelligenza artificiale affidabile (gennaio 2024), alla selezione dei primi consorzi per le fabbriche di IA (dicembre 2024 e marzo 2025), fino al lancio dell’iniziativa InvestAI con l’obiettivo di mobilitare fino a 200 miliardi di euro in tutto il continente.

L’Europa dell’IA ha tracciato la sua rotta. Ora tocca agli Stati membri, alle imprese e ai ricercatori trasformare questo piano in realtà.


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